PATOLOGIA ORALE
La patologia orale (o medicina orale o anche stomatologia) è quella branca della medicina che studia gli aspetti clinici, anatomo-patologici e terapeutici delle malattie che interessano la mucosa e le parti molli della cavità orale, nonché i tessuti delle regioni periorali.
In senso ampio, tipicamente in senso accademico, ma non etimologico, include la patologia odontoiatrica, diretta alla diagnosi e al trattamento dei tessuti duri del dente e alle affezioni pulpari.
Nell’approccio convenzionale, la patologia orale può essere considerata su base eziologica o patogenetica. Lo studio della disciplina include inoltre la semeiotica del cavo orale, i disordini neuro-muscolari della testa e del collo e le manifestazioni orali di patologie sistemiche.In quest’ultimo caso, infatti, la bocca può anche rappresentare il campanello d’allarme per l’individuazione di malattie sistemiche altrimenti trascurate o non diagnosticate preventivamente, poiché il cavo orale, molte volte, può presentare la prima manifestazione clinica della patologia sistemica; non dobbiamo dimenticare che fa parte dell’apparato gastro-intestinale, per cui non è da escludere la possibilità di rilevare lesioni riconducibili a patologie di tale apparato a carico dei tessuti molli orali.
Nel cavo orale si possono riscontrare differenti tipi di lesioni, classificabili in base a:
- colore (lesioni bianche definite leucoplachia, lesioni rosse o eritroplachia e lesioni miste o eritro-leucoplachia);
- aspetto clinico (alcuni esempi sono vescicolare, bolloso, piano, ipertrofico, nodulare, crostoso, papillare, erosivo,…);
- zona di mucosa colpita (cheratinizzata o non cheratinizzata);
- modalità di sviluppo e alla sua estensione (orizzontale o verticale, infiltrante o non infiltrante);
- aspetto clinico dei margini (regolari o irregolari, definiti o non definiti).
Assai importante e doveroso, in tutti i casi, è essere in grado di fare diagnosi differenziale, nonostante le lesioni possano essere molto simili tra loro.
Il nostro approccio consiste nel determinare quando la lesione è comparsa (tempo 0), attendere 14 giorni per vedere se questa scompare (per esempio, le lesioni da trauma o le forme di aftosi solitamente regrediscono entro i 14 giorni) o persiste.
In quest’ultimo caso, si procede con un mese di wash out: si chiede al paziente di spazzolare i denti senza l’uso di dentifrici ed evitare l’uso di collutori o altre sostanze potenzialmente irritanti che possano modificare ulteriormente la lesione.
Superato questo periodo, procediamo con una biopsia incisionale e la facciamo analizzare al nostro laboratorio di anatomia patologica di fiducia. L’esito dell’esame bioptico ci permette di impostare una terapia adeguata e di seguire il paziente nel tempo, oppure di indirizzarlo a colleghi di fiducia nel caso il trattamento non rientri nelle nostre competenze e richieda assistenza ospedaliera.
La diagnosi precoce del carcinoma squamocellulare orale ha un’importanza fondamentale per la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti. La sopravvivenza globale rimane molto bassa: si attesta, a 5 anni, sul 50%, nonostante i progressi della medicina e chirurgia. Le ragioni di ciò sono dovute principalmente a ritardi diagnostici per errori o scarsa conoscenza del problema da parte del medico, valutazione erronea delle lesioni da specialisti non idonei e ritardo causato dallo stesso paziente per noncuranza o sottovalutazione di sintomi orali.
Lo sviluppo del carcinoma squamocellulare orale è preceduto da lesioni precancerose (termine che è stato modificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2005, con il termine precursori), identificabili come placche bianche o aree rosse conosciute come leucoplachia ed eritroplachia. Tali lesioni sono spesso accompagnate da condizioni precancerose che fanno riferimento a tutte quelle condizioni generalizzate che predispongono in maniera significativa all’insorgenza del carcinoma orale (fumo, abuso di alcool e sostanze stupefacenti, scarsa igiene orale, abuso di sostanze irritanti; patologie come lichen planus, anemia sideropenica, epidermolisi bollosa, lupus eritematoso, infezione da papilloma virus).
Durante ogni visita o appuntamento con un paziente, non tralasciamo mai di controllare le mucose periorali ed intraorali: la scrupolosità e l’attenzione sono armi fondamentali per intercettare l’insorgenza di qualsiasi tipo di lesione o alterazione dei tessuti.